Indirizzo: Via Mura Sant'Agostino 94, 47521, Cesena
Tag: cultura, architettura, fai
La Portaccia, conosciuta anche come Portaccia di Sant'Agostino, era concepita come complesso meccanismo di difesa del passaggio del torrente Cesuola nelle mura meridionali della città.
La Portaccia, o Portazza, è una porta fluviale eretta a difesa dell'ingresso in città del torrente Cesuola. Aveva una ''porta gemella'', oggi perduta, anch'essa situata lungo l'attuale via mura porta Fiume a presidio del medesimo corso d'acqua, ma questa volta in uscita. Come tutte le mura urbane, la Portaccia fu oggetto di ricostruzione e consolidamento durante la signoria di Malatesta Novello e nel 1502, durante il suo soggiorno cesenate al servizio di Cesare Borgia, anche Leonardo da Vinci ebbe modo di studiarla e rilevarla. Il maestro toscano, che all'epoca poteva percorrere la parte sommitale della torre, annotò con grande precisione la misura del fronte sud-est, che risultò di pochi centimetri superiore a 23m, così come testimonia il disegno ancora oggi conservato all'interno Codice L, a Parigi. Nel corso dei secoli, decaduta la funzione difensiva, la Portaccia ha assunto diverse destinazioni d'uso. Nell'Ottocento fu utilizzata come opificio e nel dicembre 1868, alla luce del pessimo stato di conservazione, fu redatto un piano per la demolizione di una parte caratterizzata dalla merlatura ancora oggi in parte leggibile. Agli inizi del Novecento divenne per breve tempo sede di una importante fabbrica di ceramiche, successivamente diventò l'atelier e il ritrovo di artisti; infine, prima d'essere abbandonata alla fine del secolo scorso, è stata parzialmente adattata ad uso residenziale. Il torrente Cesuola, che scorreva sotto all'arco voltato, fu tombinato negli anni Trenta del Novecento.
Perché oltre ad essere un'architettura di grande interesse ha rappresentato nel tempo un luogo di ritrovo.
Sempre.
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