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Scoprire le valli significa scoprire luoghi senza tempo, panorami stupendi, angoli nascosti di un territorio che non finisce mai di stupire.
A Ponte Abbadesse e a Rio Eremo, due frazioni del quartiere Cesuola, che si trovano lungo il percorso del fiume omonimo, ci sono diverse cisterne del vecchio acquedotto di Cesena. Sono sopravvissute al disuso e all'ampliamento urbanistico della città verso la collina e testimoniano l'oculatezza dei Cesenati nello sfruttamento delle acque sorgive della prima collina. Si tratta comunque di reperti archeologici interessanti, di costruzioni in mattoni, simili a quelli che compongono la struttura della cinta muraria di Cesena. Proseguendo da Rio Eremo si sale verso Diolaguardia, dove nasce il Cesuola. Poi si gira a sinistra e si arriva a Sorrivoli, un piccolo borgo arroccato su una collina e dominato da una torre e da un castello al cui interno c'è un ristorante. Qui si gode di uno stupendo panorama della valle dell'Urgon (nome romagnolo del Pisciatello), quello che è considerato il vero fiume Rubicone de "il dado è tratto'' di Giulio Cesare. Per arrivare a Sorrivoli si può passare anche dal paese di Saiano. E qui si può visitare Castrum Saiani, un antico castello con chiesa al suo interno, ora trasformato in accogliente ristorante tipico romagnolo. Nel suo bellissimo giardino ci sono gli attrezzi della vita rurale delle campagne romagnole. Da Sorrivoli si scende nel fondovalle dell'Urgon, si attraversa il fiumiciattolo sul ponte Bayley e si sale a Monteleone, un altro bel borgo medievale, racchiuso fra due porte e dominato dalla rocca che appartiene alla famiglia dei conti Volpe. Qui si fermò anche il poeta Byron. Il giro continua verso Montecodruzzo. Da Monteleone si scende nel fondovalle, per una strada che a tratti è bianca. Basta percorrerla piano. Si oltrepassa sulla destra il borgo di Ciola Araldi, con il suo castello squadrato e si va giù, fino ad attraversare l'Urgon. Montecodruzzo ha una bella chiesa di forma parallelepipeda. Si tratta di un tempio di epoca malatestiana. Di fianco alla chiesetta c'è un cortile balconato con al centro un pozzo e tanti bei fiori che colorano l'ambiente e donano gioia. Le due strade del borgo sono acciottolate, molto caratteristiche. Qua e là gironzolano i gatti del paese. Le strade conducono alla porta antica e poi su alla torre con campana, anch'essa antica. Dai piedi della torre si ammira un bel panorama sulla Valle del Savio. L'occhio spazia laggiù, fra i paesi che sono attraversati dal Savio. Scendendo si arriva al borgo di Roversano, annunciato dalla torre di pianta quadrangolare. Questa torre è visibile dalla E45 e caratterizza Roversano. Roversano è stato un comune fino al 1925, poi venne annesso al comune di Cesena. Si può arrivare ai piedi della torre ed ammirare il panorama sulla pianura e sulla prima valle del Savio.
Per gioire dei panorami soavi della collina, delle vigne, degli uliveti. Per assaporare l'ospitalità romagnola. Per mangiare bene. Per vedere dei panorami eccezionali. Per ascoltarsi all'ombra di mura antiche e perdersi fra stradine di borghi senza tempo.
Durante il giorno, al
tramonto.
In tutte le
stagioni, evitando le ore centrali della
giornata in estate.
La pavimentazione dei borghi è in ciottoli, c'è poca ombra, si trovano salite e discese ed anche scalini.
Tutto il percorso è punteggiato di ristoranti, trattorie, bar, punti di ristoro.
Camminatori, un week-end fuori porta, un giorno senza orologio.
Si tratta di luoghi di interesse storico. Sono presenti ristoranti, agriturismi, B&B, posti per pic-nic.